Traffico di migranti, blitz dei Ros al confine: 18 indagati in Romania e Italia. Due a Vicenza
I Carabinieri del nucleo speciale dei Ros ha bloccato un traffico di immigrati clandestini in provincia di Udine, dando il via stamattina all’alba a una serie di perquisizioni domiciliari in tre province del Nord Est Italia, nei confronti di cittadini di nazionalità straniere sospettati di far parte dell’organizzazione criminale a monte della tratta di persone.
Centinaia di migranti da diversi Stati di Est Europa e Asia costretti a versare ingenti somme di denaro per garantirsi l’accesso nei confini italiani, dopo tortuosi cammini e in regime di clandestinità. Sono 45 quelli fermati nei giorni scorsi a Cividale del Friuli (Udine), tra i boschi delle colline intorno, per poi far scattare le ispezioni nella stessa provincia friulana ma anche a Vicenza e Brescia.
Nel Vicentino sarebbero due i soggetti sottoposti alla perquisizione, sui 6 indagati ad oggi contemplati nell’ordine esecutivo. A collaborare nell’indagine in corso le autorità della Romania, e precisamente la Brigata di Lotta alla Criminalità Organizzata di Brasov, in un patto di polizia finalizzato al contrasto delle associazioni a delinquere che lucrano sulla tratta di migranti in clandestinità. Fuori dai confini italiani, l’operazione denominata “Dejà-vu” consta di altri 12 soggetti coinvolti: 10 in Romania, posti agli arresti domiciliari, e due in Austria, indagati e sottoposti ad analoghe perquisizioni.
Contestualmente il citato ufficio di polizia, su mandato dell’AG romena e per il medesimo delitto ha dato esecuzione a un provvedimento cautelare coercitivo a carico di 10 soggetti residenti in Romania e a 2 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati in Austria. Tra i sei indagati in Italia, tre risultano essere cittadini regolari ma di nazionalità egiziana (A.W. e G.M. le loro iniziali fornite) e un pakistano (M.R.): il terzetto di malviventi risponderà in Tribunale di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma rimangono nel frattempo a piede libero.
Gli approfondimenti nella prima fase dell’indagine hanno accertato che lo spostamento dei migranti avveniva dietro corresponsione di consistenti somme di denaro sfruttando circuiti internazionali di money transfer. Base logistica dell’organizzazione insediata in Romania, nei press della città di Brasov. L’indagine si è quindi sviluppata in cooperazione di polizia e giudiziaria con le Agenzie Europol e Eurojust, per via delle convergenze investigative rilevate nell’ambito delle indagini “Dèjà-Vu” e “Prince”, condotte rispettivamente dal Ros e dalla Polizia romena. La collaborazione tra i due uffici di polizia ha consentito di ricostruire gli assetti di una associazione criminale transnazionale dedita alla tratta di persone e all’immigrazione clandestina.
In particolare, i clandestini dapprima venivano fatti entrare in Romania, utilizzando visti di lavoro per assunzioni fittizie presso aziende riconducibili all’organizzazione, per poi essere trasferiti, nascosti a bordo di mezzi pesanti, in Italia ed Austria con la collaborazione di altri sodali pakistani e rumeni legalmente residenti nei citati paesi.