Traffico internazionale di droga: 19 arresti nell’operazione “Hermano”, uno a Vicenza
Gestivano un traffico di droga proveniente dal Sud America, per poi commercializzarla in tutta Italia. L’articolata rete criminale faceva transitare la merce per la Spagna in modo da depistare i controlli, prima di farla entrare nel nostro Paese. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che nella mattinata di oggi, 29 giugno, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 19 soggetti, 1 a Vicenza: 7 sono finiti in carcere e 12 ai domiciliari. Le indagini si stanno svolgendo in queste ore a Reggio Calabria, Milano, Parma, Verona e Vicenza. L’operazione denominata “Hermano” – “Fratello” in lingua spagnola, modo in cui si chiamavano tra di loro, giunge ad esito di una complessa attività d’indagine condotta dai militari della Compagnia di Taurianova.
Il Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri della Direzione Distrettuale Antimafia, ha firmato l’ordinanza nei confronti delle 19 persone con l’accusa di aver fatto parte di un’articolata organizzazione, capace di gestire un fiorente traffico di stupefacenti che, acquistato in Sud America e transitato in Spagna, veniva poi rivenduto su tutto il territorio nazionale.
Le investigazioni sono partite a fine 2017 con 56 indagati, quando furono trovati 3 chili e 400 grammi di cannabis essiccata nell’autovettura di un soggetto originario di Polistena, durante un controllo di polizia. Gli agenti sono riusciti, dopo questo evento, a ricostruire una lunga filiera criminale che gestiva il traffico di marijuana, hashish e cocaina. Gli esiti emersi dalle indagini condotte, hanno permesso infine di raccogliere gravi indizi nei confronti degli indagati per reiterazione e, sulla base anche dell’ipotesi d’accusa accolta dal Gip, di ricostruirne il “modus operandi”. Si è scoperto che grazie a fonti di approvvigionamento sul territorio nazionale e all’estero, provvedevano a importare in Italia ingenti partite di droga. Il narcotico veniva poi trasportato, anche a mezzo di veicoli con “scomparti segreti”, nelle principali città italiane, fra cui Milano e Roma, dove veniva poi suddiviso in dosi e smerciato.
Infine, in ordine all’aggravante della natura transnazionale del traffico di stupefacenti, secondo la prospettazione accusatoria, gli arrestati avrebbero goduto di rapporti privilegiati con produttori peruviani di cocaina, grazie ai quali erano in grado di acquistare partite a prezzi concorrenziali: 32mila euro al chilo a fronte di un prezzo di mercato che va dai 35 ai 40mila euro.. Allo scopo di sviare i controlli delle forze dell’ordine o i controlli di sicurezza in aeroporto, lo stupefacente veniva poi trasportato in forma liquida, chimicamente intrisa nelle fibre di valigie o altri contenitori, come riscontrato in occasione di un rinvenimento eseguito a Biella, dove i carabinieri hanno sequestrato 250 grammi di cocaina trasportata in un trolley adottando questa modalità, unitamente a due bidoni con all’interno del solvente che, con ogni probabilità, sarebbe poi servito al processo inverso di estrazione della sostanza.
Il quadro indiziario, rassegnato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha permesso quindi di raccogliere un dettagliato scenario probatorio e di identificare con qualificata probabilità i responsabili negli odierni destinatari della misura cautelare. Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari rimangono salve le successive valutazioni in sede processuale.