Ulss 8, operative da oggi le prime sospensioni di 34 operatori no-vax
Sono operative da oggi le 34 prime sospensioni di sanitari dell’Ulss 8 Berica che non hanno voluto vaccinarsi contro il virus Sars-Cov2. Lo rende noto in un comunicato la direzione dell’Ulss 8, precisando che si tratta di operatori che non hanno fornito adeguate giustificazioni alla mancata vaccinazione anti-Covid.
Più in dettaglio, si tratta di 34 operatori appartenenti a varie categorie e servizi dell’azienda socio sanitaria. Il provvedimento – spiega la direzione dell’Ulss – non avrà conseguenze dirette sui servizi erogati ai cittadini, anche se ha reso necessaria una riorganizzazione con la ridistribuzione interna di altre risorse di personale. Per i sanitari sospesi che presenteranno il certificato vaccinale sarà attivata la procedura di revoca del provvedimento.
Nei giorni scorsi, contro il provvedimento, si era scagliato in sindacato regionale di base (Cub) del settore sanità. “E’ vergognosa la campagna diffamatoria messa in atto contro medici, infermieri e operatori che non si vogliono vaccinare per i più disparati motivi, ad esempio perché sono già stati contagiati, hanno problemi di salute, hanno convinzioni personali che li inducono a non vaccinarsi: nei posti di lavoro e sulla stampa sono additati come untori e sbeffeggiati con epiteti come ‘No Vax’. Molti di loro, se avessero la certezza che il vaccino proposto contro il Sars-Cov2 garantisse realmente l’immunità, sarebbero i primi a vaccinarsi. In realtà siamo in presenza di un vaccino sperimentale che non tutela il vaccinato da ulteriori contagi e quindi, proprio per per evitare di trasmettere il contagio, a sua volta deve continuare a utilizzare i dispositivi di sicurezza. Questa caccia agli untori finirà quando scopriremo i dati sui vaccinati che si sono ammalati, con i conseguenti contagi che avranno causato a loro volta: proprio per questo invieremo nei prossimi giorni una richiesta di dati in questo senso alla Regione Veneto. Inoltre saremo concretamente a fianco degli operatori sanitari con iniziative di mobilitazione in tutte le città per dire che per salvare la sanità veneta si devono affrontare problemi molto concreti come la carenza di personale, la scarsità di sale di rianimazione, lo spreco di denaro che si concretizza quando i servizi sanitari pubblici sono privatizzati”.
Intanto, anche nell’Ulss 7 Pedemontana sono state inviate 155 diffide ad altrettanti operatori sanitari che non si sono ancora vaccinati. Un invio che giunge dopo ripetuti solleciti e raccomandate che solo in parte hanno raggiunto l’obiettivo. Questo 155 sono infatti gli ultimi irriducibili. Le lettere – consegnate attraverso la posta interna – danno quattro giorni di tempo per vaccinarsi, pena (anche in questo caso) la sospensione dal servizio che scatterà tassativamente dalla prossima settimana.