Un mix letale di droga e alcol la causa di morte del parà Usa? Domani l’autosia
Solo 19 anni e una carriera militare alle porte. Il sogno di vestire la divisa di soldato a stelle e strisce realizzato e poi infranto appena un anno dopo, a migliaia di chilometri da casa, dal Kentucky dove genitori e fratelli piangono la scomparsa del congiunto. Solo l’esame autoptico previsto domani sul corpo del paracadutista morto domenica potrà confermare l’ipotesi della prima ora: sarebbe stato un miscuglio letale di droga e alcolici a spezzare la vita di Peter Cimino, di stanza alla Caserma Edile di Vicenza. Un cognome che rivela le origini italiane.
Un intruglio di bevande alcoliche capaci di stordire chiunque, unito a sostanze stupefacenti tutt’altro che leggere sarebbero stati rinvenuti ai piedi del letto dove giaceva, già morto, il militare americano. Cimino aveva preso confidenza con il campo base e la città di Vicenza dalla scorsa estate, dopo l’arruolamento nell’U.S. Army – l’esercito degli Stati Uniti – avvenuto circa un anno da. Una condotta di vita in divisa irreprensibile, da quanto sarebbe emerso dalle prime indagini. Dalla sfera privata, invece, non emergono indiscrezioni, utili anch’esse al magistrato di turno che ha avviato le indagini e disposto l’autopsia. Ricostruire quanto avvenuto tra la serata di sabato e le tragiche prime ore del giorno successivo, non sarà facile e comunque possibile solo partendo dai riscontri degli esami tossicologici.
A rinvenire il 19enne senza vita sono stati i commilitoni della Setaf, notando la sua assenza all’appello di un’attività ordinaria di esercitazione prevista domenica mattina. Una volta recatetisi nella stanza del giovane, chiusa a chiave dall’interno, la macabra sorpresa. Peter si trovava solo nell’alloggio: il compagno di residenza si trovava fuori città in permesso.