Una veglia di preghiera per Matteo, in attesa del rientro della salma dalla Norvegia
Chiesa di Sant’Andrea gremita ieri sera in raccoglimento e preghiera per Matteo Cazzola, la vittima italiana della valanga di Lyngen, nel Nord della Norvegia, che venerdì scorso ha travolto cinque vicentini in vacanza sulla neve in Scandinavia. Con il tragico bilancio di un morto, l’ingegnere energetico di 35 anni di Vicenza e due feriti, vale a dire la guida alpina del gruppo Andrea Basso e Pietro De Bernardini, di 25 anni, che rimane ricoverato in terapia intensiva. Due gli illesi, Rubens Munaretto e Giulia Punturieri, i soli riusciti a scampare alla colata di ghiaccio e detriti finita in mare dalla costa dopo aver spazzato via una porzione di bosco.
Tutti i sopravvissuti, al pari di un terzetto che faceva parte del gruppo di vacanzieri amanti della montagna ma rimasto in baita venerdì scorso, si trovano ancora in Norvegia, ospitati nelle vicinanze di Tromso, dove il 25enne di Isola (che vive da qualche tempo in Olanda) è ricoverato nell’ospedale cittadino e dove ha subito un intervento chirurgico. Nel corso del week end è stato raggiunto da un familiare per assisterlo.
Ieri alle 19, intanto, in parrocchia di Sant’Andrea nel capoluogo berico è stato organizzato un ritrovo silenzioso in omaggio di Matteo, cresciuto proprio nel quartiere e in particolare con intorno il calore della comunità che frequenta la chiesa locale. Era forte il desiderio, o meglio dire l’esigenza, di affrontare e condividere il dolore come collettività. Qui il 35enne prestava parte del suo tempo libero come animatore per i ragazzi della zona, un compito delicato che solo persone con uno spiccato spirito di servizio e maturità possono compiere. Matteo, come ribadito ieri sera, era uno tra loro. Matteo aveva partecipato e più campagna di volontariato sociale, con le associazioni Libera e Legambiente.
Tanti i giovani del posto ma anche i ragazzi che hanno voluto essere presenti tra i banchi, insieme a più sacerdoti, alcuni anche fuori dal sagrato, in attesa che venga fissato il giorno delle esequie, nella migliore delle ipotesi appena prima del giorno di Pasqua. Con tutti loro decine di le famiglie di Sant’Andrea che così, con la loro presenza, hanno voluto dimostrare la propria vicinanza agli affetti più cari di un giovane appassionato di montagna oltre che di ciclismo, passione questa condivisa con il padre, e in prima linea per i temi legati all’ambiente. Preghiere che accompagnano i giorni di attesa, mentre in Norvegia i genitori dello sfortunato ingegnere stanno attendendo il disbrigo delle ultime pratiche burocratiche con il supporto dell’ambasciata italiana ad Oslo, e anche il nulla osta – sussiste un’inchiesta in merito alla valanga dalle autorità locali per accertare eventuali responsabilità – prima di far rientro in Veneto. Si presume insieme al feretro, se i tempi lo consentiranno.
Sempre ieri anche l’azienda di Arcugnano dove Matteo Cazzola era da tempo un apprezzato collaboratore – la Pietro Fiorentini Group – con un post sulla pagina ufficiale ha espresso pubblicamente il profondo cordoglio, proprio nel giorno in cui i suoi colleghi attendevano il rientro operativo dell’ingegnere, nel ruolo di energy manager, dopo la vacanza. Stavolta, un destino crudele non ha permesso il consueto racconto di paesaggi magnifici visti nei suoi viaggi ma ha portato invece dolore e tristezza nei cuori di chi ogni giorno lavorava fianco a fianco con il 35enne, ricordato anche con un collage di foto in ambito lavorativo. “Matteo era un giovane brillante, pieno di vita e talento e con un sorriso meraviglioso – si legge in una parte del messaggio – la sua perdita ha lasciato un vuoto incolmabile nella nostra azienda. Ci stringiamo in un grande abbraccio alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che lo conoscevano e lo amavano“. Anche l’ex ciclista pro di Sandrigo, Filippo Pozzato, una volta riconosciuto Matteo tra i suoi tifosi, lo ha ricordato con affetto.