Vaccini, in Veneto defezioni al 50%. Ulss 8, liste sostitutive per i rimpiazzi
“Registriamo un tasso di defezioni anche superiore al 50% da sabato a questa parte nei centri vaccinali del Veneto”: sono queste le conseguenze del caos sui vaccini AstraZeneca in Veneto. La percentuale l’ha data oggi il presidente del Regione Luca Zaia commentando l’andamento della campagna vaccinale regionale. Il governatore ha anche annunciato – nota positiva – l’arrivo, oggi, delle prime dosi della super terapia con gli anticorpi monoclonali: su 4 mila dosi in tutta Italia, sono 245 quelle giunte in Veneto. “Togliere Astrazeneca – ha detto il direttore generale della sanità veneta Luciano Flor – significa decapitare la capacità vaccinale della Regione, perché era metà delle nostre dosi”.
“La situazione – ha aggiunto Zaia nel corso del punto stampa odierno – è molto impegnativa per la rapidità con cui l’epidemia sta crescendo. Siamo in piena epidemia, la curve delle rianimazioni stanno crescendo da 5-6 giorni, come a novembre”. I numeri confermano la preoccupazione: nelle ultime 24 vi sono stati in Veneto 84 decessi in più e 130 nuovi ricoveri. 1.901 i nuovi contagi, mentre le vittime dall’inizio della pandemia sono 10.200. I letti occupati da pazienti Covid nelle aree mediche degli ospedali veneti sono 1.542, quelli nelle terapie intensive 203 (+7). Un altro segnale negativo riguarda il tipo di virus che ha determinato il brusco rialzo dei ricoveri: “130 ricoveri su 131 – ha spiegato il governatore Luca Zaia – dipendono dalla variante inglese. Se fossimo a febbraio dello scorsi anno saremmo già in default”. Zaia ha anche annunciato la riattivazione di una decina di Covid hospital.
Intanto l’Ulss 8 Berica, in relazione alla gestione di eventuali dosi di vaccino anti-Covid rimaste inutilizzate a fine giornata, ha adottato le linee guida ministeriali e regionali, creando delle liste di nominativi che potranno essere contattati all’ultimo momento in caso di disponibilità. In conformità con i regolamenti in vigore, i nominativi verranno individuati esclusivamente tra le categorie già identificate come prioritarie (come ad esempio il personale sanitario di strutture pubbliche e private e i soggetti fragili), “recuperando” coloro che non sono stati ancora vaccinati, ad esempio per malattia temporanea o per altre cause di forza maggiore.
L’Ulss 8 ha invitato i cittadini a non presentarsi spontaneamente nei punti di vaccinazione chiedendo di eventuali dosi rimaste inutilizzate: tale pratica risulta infatti “inutile e pericolosa ai fini della prevenzione degli assembramenti”. In ogni caso, spiega l’Ulss Berica, “una efficiente organizzazione dell’attività di vaccinazione riduce già al minimo il numero di eventuali dosi disponibili a fine giornata, in quanto già all’approssimarsi della chiusura gli operatori dell’Ulss 8 Berica valutano le giacenze rispetto al numero di persone attese, ponendo la massima attenzione ad un uso razionale delle dosi”.