Vendeva in tv gioielli spacciati per antichi, facendo affari per 3 milioni di euro. Denunciato vicentino
Un operatore orafo vicentino, P.S., di 50 anni, è stato denunciato all’autorità giudiziaria perché tramite programmi televisivi che andavano in onda su un canale di televendite nazionale, proponeva l’acquisto di gioielli di fabbricazione recente, spacciandoli per antichi.
Lo ha scoperto il nucleo di polizia tributaria di Vicenza nell’ambito di una complessa indagine per contrastare le frodi commerciali, coordinata dal sostituto procuratore Hans Roderich Blattner.
L’uomo, collaboratore di una società orafa della provincia di Vicenza, proponeva attraverso le televendite spille, collane, anelli e bracciali affermando che risalivano al diciannovesimo secolo, quindi di maggior pregio e valore. In particolare, i finanzieri al termine di una diretta
televisiva, hanno perquisito la sede della società orafa vicentina, sequestrando gli oggetti preziosi promossi in televendita: in tutto 75 monili, riproduzioni di pezzi antichi, per un controvalore di circa 150 mila euro. Le fiamme gialle hanno anche sequestrato una corposa documentazione contabile ed extracontabile che servirà per stabilire, attraverso una perizia, l’effettiva genuinità e provenienza dei preziosi.
Il sequestro ha riguardato anche i file audio/video di tutte le puntate delle televendite, andate in onda dal primo ottobre al 16 novembre dell’anno scorso. L’esame del materiale ha permesso di accertare che gli oggetti promossi durante le trasmissioni (spille, collane, anelli e bracciali) non erano gioielli antichi, bensì delle semplici riproduzioni realizzate da operatori del settore orafo dell’hinterland di Napoli. Un fatto, questo, emerso grazie a ulteriori verifiche presso tali aziende. La merce infatti risultava venduta qualificandola, correttamente, come riproduzione di gioielli antichi.
Per questo la frode commerciale verso i consumatori è stata contestata solo al cinquantenne vicentino.
Le indagini su documenti contabili sequestrati hanno accertato che, fra l’inizio di maggio del 2016 (ossia dal momento in cui sono iniziati i rapporti economici dell’uomo con le aziende campane) fino allo scorso 16 novembre la società vicentina ha venduto, attraverso le televendite, oltre 3mila oggetti preziosi, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
I clienti erano prevalentemente persone anziane, appassionate di televendite, residenti in tutta Italia e che hanno speso, per ciascun pezzo, anche oltre 5mila euro.
Nei giorni scorsi, l’autore della frode aveva poi chiesto di essere sentito dall’autorità giudiziaria ed è stato quindi interrogato
dai finanzieri. L’attività mesa in atto dalle fiamme gialle del comando provinciale di Vicenza si inquadra fra le attività a tutela dei consumatori: i finanzieri raccomandano per questo di prestare la massima attenzione alle caratteristiche del prodotto e di essere correttamente informati sulla effettiva provenienza dello stesso.